Esiste un luogo davvero magico per ricordare l’incredibile lavoro dell’attore e regista. Ecco dove si trova: di seguito, tutti i dettagli.
Una mancanza che ancora oggi si fa sentire, quella di Massimo Troisi, straordinario esempio di talento del cinema italiano. Ancora oggi il suo lavoro continua ad essere celebrato ed apprezzato. Nato a San Giorgio a Cremano nel 1953, all’interno dei suoi film si indagano con lucidità tematiche decisamente attuali.
Con leggerezza ed ironia, Massimo affronta argomenti importanti nei suoi lavori. Come ad esempio l’amicizia, la fragilità e le emozioni in generale. Più che di film, si può parlare di poesia su pellicola.
La Casa di Massimo Troisi, un tuffo nella vita dell’attore
Come accennato precedentemente, il regista continua ad essere una presenza molto importante nella vita di tutti coloro che lo hanno seguito ed apprezzato. Proprio per questo motivo è stata creata La Casa di Massimo Troisi.
Essa non vuole essere un museo, ma è stata definita “un luogo di vita”. Questo perché sulle pareti sono presenti i ritratti della sua infanzia, le copertine dei suoi film, i copioni e le sceneggiature. Ci sono i giochi da tavola che era solito fare nei momenti in cui aveva bisogno di staccare e quei tavolini in vimini che rispecchiano la sua semplicità.
Allestita in Villa Bruno a San Giorgio a Cremano (dalla Onlus che porta il suo nome), l’associazione è nata nel febbraio 2015 e da quel momento sono state molteplici le manifestazioni e gli eventi organizzati per omaggiare il grande attore napoletano. Intervenuta, tal proposito, Maria Falbo, la quale ha voluto sottolineare con fervore che la casa non nasce con uno scopo commemorativo, ma per entrare ancor di più nell’animo del regista.
Per questo motivo è stato scelto di arredare il tutto proprio con i mobili della sua abitazione romana e ciò che risalta subito all’occhio è la presenza di molteplici strumenti musicali. È risaputo, infatti, che Massimo era un grande amico di Pino Daniele e, dunque, le chitarre erano dovute a quando in casa arrivavano proprio gli amici musicisti.
E ancora, un altro pezzo di storia è dato dal famoso divano, che era quello dove Troisi era solito sedersi con Gianni Minà e rispondere alle sue interviste. Girandosi, le pareti canalizzano l’attenzione e dimostrano tutto il lavoro di Massimo: il suo orgoglio napoletano e il suo estro creativo.